domenica 6 febbraio 2011

GAZZETTA DEL SUD DEL 05/02/2010 - Sindaci appesi all'intervento della Regione Formata una delegazione che si recherà in Procura per rappresentare la drammaticità della situazione


Leonardo Orlando
Barcellona
I sindaci si dicono impotenti di fronte all'aumento del livello di emergenza igienico sanitaria dopo la chiusura disposta dai vertici di TirrenoAmbiente per morosità solo per i 38 Comuni che vanno da Villafranca a Brolo. Hanno deciso di recarsi oggi stesso, con una delegazione di primi cittadini, in Procura per esporre, nell'audizione che sarà chiesta al procuratore capo Salvatore De Luca, disagi e disservizi causati dalla chiusura della discarica e dalla mancanza di interventi economici da parte della gestione commissariale regionale.
Lunedì invece tutti i sindaci dei 38 Comuni dell'Ato Me 2, assieme ai due commissari liquidatori della stessa società, si recheranno ancora una volta a Palermo, nella sede dell'assessorato regionale ai servizi di Pubblica utilità, per sollecitare direttamente l'assessore Giosuè Marino affinché la Regione intervenga con i poteri speciali conferiti dal Consiglio dei ministri che ha dichiarato l'emergenza ambientale in Sicilia.
I sindaci, sollecitati dal prefetto Francesco Alecci con la lettera che pubblichiamo a fianco ad adottare le necessarie determinazione per fra fronte all'emergenza rifiuti, non sono riusciti nella riunione di ieri pomeriggio, a trovare una soluzione immediata per far riaprire la discarica di Mazzarrà ed avviare la rimozione dei rifiuti che si sono accumulati in tutti i 38 Comuni. Anzi. Sono scoppiate profofonde divergenze sulle modalità di interventi proposti per affrontare l'emergenza, tanto che il sindaco di Barcellona Candeloro Nania che aveva sollecitato iniziative "drastiche" per manifestare il disappunto contro la Regione, ha abbandonato anzitempo l'incontro, annunciando che si rivolgerà direttamente alla Procura. Subito dopo gli stessi sindaci, analizzata la situazione economica che non consente alcuna soluzione senza un intervento speciale della Regione, hanno deciso di chiedere oggi stesso l'incontro col procuratore De Luca per esporre le difficoltà, tenuto conto che l'Ordinanza del presidente del Consiglio dei ministri n. 3887/2010, nomina il Presidente della Regione come Commissario delegato per l'emergenza dei rifiuti in Sicilia.
Secondo il commissario liquidatore dell'Ato Me 2 ing. Salvatore Re, il provvedimento solleva gli stessi sindaci dalle consuete iniziative d'urgenza previste nei casi di emergenza nel comparto rifiuti. Peraltro la stessa gestione commissariale regionale affidata dal presidente della Regione Raffale Lombardo a Domenico Michelon, non pare abbia in bilancio le risorse economiche necessarie per intervenire e così accade che da Palermo il commissario per l'emergenza rifiuti si è sin qui limitato a diffidare i Comuni. Una soluzione, sin qui inedita, potrebbe trovarsi solo con un accordo tra Assessorato e vertici di MessinAmbiente per superare intanto il nodo della morosità, sulla quale la società mista che gestisce il sito di Mazzarrà ha puntato i piedi. È noto infatti che Milazzo e altri piccoli Comuni avevano annunciato – come meglio vedremo in seguito di farsi carico, nell'immediatezza, del pagamento dei conferimenti giornalieri in discarica. E in tal senso avevano chiesto l'intervento di Palermo per sbloccare il pregresso con un piano di rientro garantito dalla Regione. Quesito al quale non è stata data sinora una risposta definitiva.
Il sindaco di Barcellona Candeloro Nania, a sua volta, ha usato termini duri, chiedendo ancora una volta alla Regione «di intervenire nei confronti della Serit, società di proprietà regionale. La Serit infatti – come afferma il primo cittadino – a fronte di fatture emesse per circa 15 milioni di euro è riuscita ad incassare solo poco più di 2 milioni di euro e, crediamo, che nella distribuzione delle fatture vi siano stati disservizi. E per questo, essendo la Serit incaricata della riscossione futura, può e deve anticipare i soldi che non è riuscita ad incassare. Non possiamo continuare ad accollarci costi. Il solo Comune di Barcellona – prosegue Nania – tra personale e conferimenti in discarica dovrebbe pagare una somma di 400 mila euro al mese. Si tratta di una emergenza che almeno durerà per altri 8 mesi, nell'attesa della costituzione delle nuove società consortili. Non vedo quali Comuni possano sopportare costi simili, non per un mese, ma per ben otto».
La questione ha assunto una valenza concreta dopo che, nella stessa riunione dei sindaci, è emersa anche la problematica relativa alle pretese economiche di TirrenoAmbiente che ha chiesto al Comune di Milazzo – come anticipavamo prima – oltre ai soldi per il conferimento corrente, anche un piano di rientro per i debiti pregressi dell'Ato, dal 2005 fino al 2010. Una richiesta che – secondo i sindaci – allontanerebbe ogni ipotesi di soluzione dell'emergenza ambientale. Infatti gli amministratori dei Comuni più piccoli (oltre a Milazzo che ha attivato la riscossione diretta), stavano ipotizzando la possibilità di erogare anticipazioni a TirrenoAmbiente per pagare, almeno per questo mese, il conferimento in discarica. A questo punto le risorse, ridotte al minimo, non basterebbero e per questo i primi cittadini hanno deciso di rivolgersi alla Regione quale garante presso la Spa titolare della discarica. Cresce intanto il malcontento della popolazione a fronte dell'accumulo esponenziale di spazzatura ad ogni angolo di strada. E in tanti chiedono che si faccia intervenire, come per Napoli, l'esercito.
In cifre
L'Ato2 ha una situazione debitoria gravissima. Solo alla discarica di Tirrenoambiente deve 31 milioni. Dalle bollette emesse, sia a conguaglio, sia per la Tarsu 2008-2009 ha incassato solo "spiccioli". Vari comitati civici hanno incitato tanta gente a non pagare o ad affidarsi a contenziosi che hanno finito per ingenerare confusione.Ma il problema della liquidità non riguarda solo il conferimento in discarica. I lavoratori sono creditori già di due mensilità – dicembre e gennaio – e i sindacati, pur rinunciando per il momento ad azioni di sciopero, hanno chiesto chiarezza sul futuro del personale.La Regione ha proceduto dal luglio dello scorso anno a tre anticipazioni nei confronti dei Comuni appartenenti all'Ato2 per ripianare i debiti derivanti dal servizio nettezza urbana e, precisamente due tranche da tre milioni di euro e una terza da due milioni. Ora ha fatto sapere che non può intervenire.
 

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